wikipaom2016:lez12
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Linea 1: | Linea 1: | ||
+ | ====== Marc/Mentat ====== | ||
+ | |||
+ | |||
+ | ===== INTRODUZIONE AL MARC-MENTAT ===== | ||
+ | |||
+ | L' MSC Marc Mentat è un software per l' | ||
+ | **Il Mentat** è l' | ||
+ | |||
+ | **Il Marc** è il solutore di equazioni non lineari. I due programmi sono separati poiché in generale girano o possono girare su macchine diverse, infatti il pre- ed il post-processore girano sui nostri computer mentre il solutore può girare su un server a distanza. Il link che rimanda alla presentazione del programma è il seguente: | ||
+ | |||
+ | http:// | ||
+ | |||
+ | Esistono software alternativi ( a pagamento e non) che svolgono le funzioni di Marc/ | ||
+ | -CODE ASTER www.code-aster.org | ||
+ | -CALCULIX | ||
+ | -Z88 AURORA | ||
+ | |||
+ | =====Lanciare il Programma ===== | ||
+ | |||
+ | Dalle macchine di laboratorio aprire il terminale e digitare: | ||
+ | |||
+ | mentat2013.1 -ogl -glflush | ||
+ | |||
+ | Il programma crea i seguenti file: | ||
+ | -// | ||
+ | -// | ||
+ | -// | ||
+ | |||
+ | Infine viene passato al solutore il file //.dat// che contiene la struttura. | ||
+ | |||
+ | |||
+ | =====Struttura del Programma ===== | ||
+ | |||
+ | {{ : | ||
+ | |||
+ | Nella sezione **HELP** è possibile accedere ai manuali. | ||
+ | -volume A : manuale riguardante la teoria degli elementi finiti | ||
+ | -volume B : libreria degli elementi | ||
+ | -volume C : sintassi del file .dat | ||
+ | -volume D : istruzioni per l'uso delle subroutines | ||
+ | -volume E : problemi dimostrativi | ||
+ | |||
+ | L' | ||
+ | |||
+ | Le voci principali del menù sono: | ||
+ | |||
+ | __Mesh Generation: | ||
+ | |||
+ | __Geometric Properties: | ||
+ | |||
+ | __Material Properties: | ||
+ | |||
+ | __Contact: | ||
+ | |||
+ | __Links:__ gestisce i vincoli | ||
+ | |||
+ | __Initial Conditions: | ||
+ | |||
+ | __Boundary Conditions: | ||
+ | |||
+ | __Mesh Adaptivity: | ||
+ | |||
+ | __Design:__ permette di modificare geometrie | ||
+ | |||
+ | __Loadcases: | ||
+ | |||
+ | __Jobs:__ gestisce combinazioni di loadcases e lancia il calcolo | ||
+ | |||
+ | __Results: | ||
+ | |||
+ | Nella barra dei comandi, alle scritte in verde corrispondono dei MENU mentre a quelle azzurre si associano dei comandi. Vi sono dei menù con a fianco un led che si spegne o accende quando vi clicchiamo sopra (ad esempio per il comando dyn. model) che avverte se quella specifica opzione è attivata o meno. Per impostare lo sfondo di colore bianco andare nel menu // | ||
+ | |||
+ | DYN.MODEL: se è selezionato viene permessa la rototraslazione del modello rappresentato che si ottiene attraverso l'uso dei tasti sinistro, centrale e destro del mouse. Quando esso è invece deselezionato permette ad esempio la selezione dei nodi col tasto sinistro del mouse ed altre funzioni. | ||
+ | |||
+ | Una volta selezionato uno o più menù, per ritornare al menù principale è sufficiente cliccare sulla voce MAIN, mentre per tornare al menù precedente si può usare il comando RETURN o cliccare con il tasto destro del mouse nell' | ||
+ | |||
+ | Per salvare con nome si clicca nel menù FILES dalla barra dei comandi inferiore e si sceglie SAVE AS; facendo riferimento invece al comando SAVE il nostro progetto verrà salvato con il nome model1, se non già salvato con un nome diverso in precedenza. L’estensione sarà .mud se il file è stoccato in formato binario o .mfd se testuale, quest’ultimo modificabile con editor di testo. | ||
+ | |||
+ | E' buona abitudine salvare spesso il lavoro sul programma in quanto esso permette un solo UNDO e non di risalire alle operazioni precedenti cliccando ripetutamente su UNDO. Il file che si verrà a creare con estensione t16.mud contenuto nella cartella home è completamente inutile e si origina quando si salva il file durante altre operazioni, ad esempio mentre il marc effettua il calcolo. Perciò se si intende salvare il proprio lavoro su dispositivo esterno, è bene copiare il file con estensione .mud. | ||
+ | |||
+ | Nel nome del file non devono esserci spazi così come non devono esserci spazi nel percorso del file; il mancato rispetto di questa regola è causa frequente di errore. Perciò se voglio salvare versioni successive del file inerente all' | ||
+ | |||
+ | __Menù Plot__: attraverso questo menù si decide cosa si vuole visualizzare: | ||
+ | |||
+ | Consiglio utile (Liberare zoom dinamico): | ||
+ | |||
+ | Andare in System → preferenze Windows → Modificare “Movement Key” da Alt (utilizzato dal Mentat) con Super (o “windows logo”) così da liberare l’ALT che serve per lo zoom dinamico. Una volta cambiata l’opzione riaprire il programma. | ||
+ | |||
+ | |||
+ | =====IMPOSTAZIONE DEL MODELLO ===== | ||
+ | |||
+ | In questa esercitazione è stato scelto di modellare un tubo pressurizzato. In questo modo possiamo determinare l' | ||
+ | Con la teoria dei tubi è possibile applicare uno stato di tensione piana sul piano xy, ma per fare ciò è necessario che il tubo abbia un elevato sviluppo in direzione assiale (z). | ||
+ | |||
+ | |||
+ | Nella modellazione non è possibile creare un tubo infinitamente lungo perché genererebbe un modello troppo pesante. | ||
+ | |||
+ | Si può quindi utilizzare un approccio di tipo pratico andando a variare progressivamente la lunghezza del tubo fino a quando non si notino più variazioni delle proprietà lungo l'asse z. | ||
+ | |||
+ | Si costruisce un tubo così definito: | ||
+ | -raggio interno = 10mm | ||
+ | -raggio esterno= 20mm | ||
+ | -pressione esterna = 0 MPa | ||
+ | -pressione interna = 10 MPa | ||
+ | |||
+ | Per prima cosa si devono costruire le due circonferenze che definiscono la sezione del tubo. | ||
+ | I menù sono ordinati cercando di seguire la creazione logica di un modello. Il primo Menù è quello di generazione della Mesh [MESH GENERATION].Questo menù è suddiviso in diverse aree (nuclei di comandi concettualmente aggregati) come ci mostra la figura successiva. Nella parte superiore del menù viene data la possibilità di aggiungere, modificare, eliminare o interrogare nodi (NODES), elementi (ELEMS), punti (PTS), curve (CRVS), superfici (SRFS), solidi (SOLIDS). Nodi ed elementi sono entità riguardanti la mesh, mentre curve, superfici e punti sono entità geometriche. Ad esempio la differenza tra un nodo ed un punto è che pur essendo entrambi definiti da un punto nello spazio, ai nodi sono anche associate incognite di spostamento e/o rotazione e quindi un nodo è un punto che ha possibilità di muoversi secondo un numero di spostamenti incogniti che dipendono dal tipo di geometria del modello. | ||
+ | |||
+ | Si scelga quindi l' | ||
+ | |||
+ | {{ : | ||
+ | |||
+ | Aggiungere quindi le circonferenze tramite il comando CRVS>ADD e impostando i parametri richiesti. (es: centro in 0,0,0 e raggio=10 ); se dalla barra dei comandi inferiori clicco su RESET VIEW mi riporto nelle condizioni predefinite di visualizzazione mentre se invece premo su FILL lo zoom si modifica fino a includere tutte le entità del modello. | ||
+ | |||
+ | Per definire la meshatura si passa al menu AUTOMESH. | ||
+ | CURVE DIVISIONS serve per definire la taglia della mesh, si selezioni dunque TYPE=UNIFORM; | ||
+ | |||
+ | Cliccando ora APPLY CURVE DIVISIONS per applicare le modifiche, il programma chiederà a quali curve riferirsi. | ||
+ | Si selezionino quindi le due circonferenze tramite il mouse e una volta terminato, chiudere la lista con END LIST (o alternativamente scrivendo # o cliccando con il tasto destro del mouse sul disegno). | ||
+ | |||
+ | L' | ||
+ | |||
+ | Cliccando RETURN si ritorna al menù AUTOMESH. Il menù CURVE MESHING mostra le linee di mesh, utili nella modellazione delle travi. La funzione che interessa in questo momento è 2D PLANAR MESHING. Vi sono essenzialmente quattro opzioni all' | ||
+ | |||
+ | QUADRILATERALS ADV FRNT: avanzamento di fronte, parto dalle curve e vado verso l' | ||
+ | |||
+ | QUADRILATERALS (OVERLAY): poco usata. | ||
+ | |||
+ | TRIANGLES (DELAUNAY): | ||
+ | |||
+ | TRIANGLES (ADV FRONT): meshatura meno fine ma più stabile. | ||
+ | |||
+ | In questa esercitazione si è scelta una meshatura di tipo QUADRILATERALS ADV FRNT: selezionare QUAD MESH! | ||
+ | |||
+ | {{ : | ||
+ | |||
+ | Si sceglie di infittire la mesh in senso radiale in quanto questa direzione è più critica della circonferenziale. | ||
+ | |||
+ | Si entra quindi nel sottomenu SUBDIVIDE e si assegnano i valori 1 , 2 , 1 nel blocco DIVISIONS. | ||
+ | |||
+ | Si applichino dunque le modifiche cliccando prima su ELEMENTS e poi su ALL: EXIST. | ||
+ | |||
+ | Esiste un' | ||
+ | |||
+ | Si vede ora la procedura per verificare se ci sono nodi sovrapposti nella struttura. | ||
+ | |||
+ | Si accede al menu PLOT dalla barra dei comandi inferiore da cui è possibile gestire le opzioni di visualizzazione degli oggetti del modello. | ||
+ | Bisogna accedere alla modalità di visualizzazione dei nodi (NODES SETTINGS) e chiedere che per ogni nodo sia visualizzata la sua etichetta (LABEL). A questo punto, dopo aver premuto REGEN, vicino a ogni nodo compare il proprio numero: si vede bene che ci sono etichette sovrapposte poco leggibili e perciò la struttura presenta nodi sovrapposti. | ||
+ | |||
+ | Il comando di collasso nodale si trova in MESH GENERATION/ | ||
+ | |||
+ | A questo punto si può passare all' | ||
+ | |||
+ | si esegue quindi una traslazione definita su 10 stadi di una misura che sia dell' | ||
+ | |||
+ | (Posso misurare questa distanza tramite il comando UTILS> | ||
+ | |||
+ | Dal menu EXPAND si seleziona dunque la voce TRANSLATION FROM TO e assegno i valori 0,0,2 (ossia il passo, solo lungo z) e 10 su REPETITIONS. | ||
+ | |||
+ | Alla voce MODE viene richiesto cosa fare con gli elementi di partenza: | ||
+ | |||
+ | -REMOVE: cancella gli elementi originali | ||
+ | -SHIFT: sposta gli elementi alla fine dell' | ||
+ | -SAVE: gli elementi vengono lasciati dove sono a inizio estrusione | ||
+ | |||
+ | Si procede lasciando la spunta su REMOVE e si genera quindi l' | ||
+ | |||
+ | {{ : | ||
+ | |||
+ | ===== Definizione delle proprietà ===== | ||
+ | |||
+ | A questo punto, conclusa la fase di creazione della mesh, dal menu iniziale si possono definire gli altri parametri del problema. | ||
+ | |||
+ | Si definiscono ora le proprietà geometriche. Nel caso in esame, i cubetti definiscono in modo univoco una porzione di materiale e non c'è da aggiungere una indicazione né di spessore, né di sezione. | ||
+ | |||
+ | In generale, si torna al menù MAIN e si clicca sul menù GEOMETRIC PROPERTIES> | ||
+ | |||
+ | Si definiscono adesso le proprietà del materiale: | ||
+ | |||
+ | Dal menù MAIN si seleziona MATERIAL PROPERTIES> | ||
+ | |||
+ | Si applicano ora queste proprietà a tutti gli elementi con ELEMENTS, ADD, ALL EXISTING. | ||
+ | |||
+ | Infine si applicano le condizioni al contorno. | ||
+ | |||
+ | Le più comuni Boundary Condition disponibili sono: | ||
+ | |||
+ | FIXED DISPLACEMENT: | ||
+ | |||
+ | FIXED ACCELERATION: | ||
+ | |||
+ | POINT LOAD: carico nodale usato per dare un carico finito su uno specifico nodo; | ||
+ | |||
+ | EDGE LOAD: carico su un lato applicabile ad un modello 2D; | ||
+ | |||
+ | FACE LOAD:come il precedente, ma riferito ad un modello 3D; | ||
+ | |||
+ | GLOBAL LOAD: carico per unità di volume non scalato per la densità; | ||
+ | |||
+ | GRAVITY LOAD: un carico per unità di volume scalato per la densità. | ||
+ | |||
+ | In questo caso si vuole applicare una pressione di 1 MPa (10 bar) al bordo interno: | ||
+ | |||
+ | Dal MAIN> BOUNDARY CONDITION> | ||
+ | |||
+ | Per visualizzare la struttura come un solido: PLOT> | ||
+ | |||
+ | In questo momento la struttura è ben definita ma non è risolvibile dato che la soluzione non è univoca dal momento che esistono ∞^3 soluzioni. E' quindi necessario isostaticizzare la struttura, mantenendola cioè in posizione. | ||
+ | |||
+ | I comandi sono: BOUNDARY CONDITIONS> | ||
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+ | Ora che rimane solo la possibilità di traslazione sul piano XY, si tratta di un problema piano: si decide quindi di mettere una cerniera-carrello. | ||
+ | |||
+ | Si crea quindi un ulteriore vincolo che blocchi gli spostamenti lungo x e y (cerniera) ed uno che blocchi lo spostamento lungo x di un altro punto (carrello). | ||
+ | |||
+ | A questo punto la struttura risulta isostatica e si può lanciare il calcolo. | ||
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+ | |||
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+ | ~~DISCUSSION~~ | ||
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+ | ===== PATTUME ===== | ||
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+ | modello a fine lezione {{: | ||
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