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wikipaom2015:lez18 [2015/05/10 14:40] – [Teorema di Michell] 204593 | wikipaom2015:lez18 [2015/09/02 15:23] (versione attuale) – 163030 | ||
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Linea 1: | Linea 1: | ||
+ | ====== Tensione Piana e Deformazione Piana ====== | ||
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+ | ===== Significato Fisico Tensioni Piane===== | ||
+ | L' | ||
+ | Un corpo si dice in **tensione piana** quando gli elementi | ||
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+ | $\sigma_z=\tau_{xz}=\tau_{yz}=0$ | ||
+ | |||
+ | Tralasciando la definizione matematica si vuole cercare un significato fisico a questo particolare stato tensionale. | ||
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+ | Condizione necessaria affinché un corpo si trovi in stato tensionale piano è che presenti un piccolo spessore rispetto alle altre dimensioni, un corpo con queste caratteristiche è detto __lastra__ quando è caricato lungo il suo piano. Uno stesso corpo può essere definito infatti come __lastra__ o come __piastra__ la differenza risiederebbe solo nel modo in cui esso è caricato; | ||
+ | |||
+ | * LASTRA : Corpo di piccolo spessore (lungo **z**) caricato sul piano **xy** a trazione/ | ||
+ | * PIASTRA: Corpo di piccolo spessore (lungo **z**) caricato sul piano **xz** a flessione | ||
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+ | {{ : | ||
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+ | Nel primo caso si ha una lastra che rispetta le condizioni di tensione piana essendo caricata solo lungo l'asse y, sulle facce laterali è presente solo la pressione atmosferica che essendo presa come riferimento si considera nulla. Quindi essendo la lastra molto sottile si può considerare che pure al suo interno la $\sigma_z$ rimanga praticamente nulla. | ||
+ | |||
+ | Si noti dalla figura come la presenza di un foro **(fig. b)** o di spigoli **(fig. c)** possano dar luogo a dei gradienti significativi che influenzano anche le componenti $\sigma_z$ che nella **(fig. a)** erano nulli. | ||
+ | |||
+ | Un altro caso di particolare interesse, è quello mostrato in **(fig. d)** in cui la lastra è rigidamente connessa ad un basamento, si può immaginare come fosse saldata, in queste condizioni il carico trattivo applicato alla lastra tenderebbe a far diminuire la sezione della faccia attaccata al basamento per **__Effetto Poisson__**. Nella circostanza in cui ci sia un vincolamento rigido della lastra al basamento il restringimento della sezione non può avvenire; ciò porta a concludere che si innescano delle tensioni $\sigma_z$ che si oppongono alla contrazione della sezione lasciandola in configurazione indeformata. Quindi in prossimità del basamento la lastra non si trova in condizioni di tensione piana. | ||
+ | ===== Significato Fisico Deformazione Piana ===== | ||
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+ | Supponiamo di avere un cilindro in gomma posto tra due piani infinitamente rigidi **(fig. a)**. Le condizioni di **deformazione piana** possono essere espresse in termini matematici imponendo nulle le deformazioni con componente z; | ||
+ | |||
+ | $\epsilon_z=\gamma_{xz}=\gamma_{yz}=0$ | ||
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+ | |||
+ | {{ : | ||
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+ | Come nel caso di tensione piana la condizione necessaria prevedeva uno spessore molto piccolo, in condizioni di deformazione piana il corpo deve essere molto lungo; inoltre deve essere caricato solo sul piano xy e le sezioni perpendicolari all' | ||
+ | |||
+ | Riprendendo il caso in **(fig. a)** supponiamo che non ci sia attrito tra il cilindro e i piani, saremo inizialmente in configurazione indeformata **(fig. b e c)**, appena viene applicata una forza esterna **P** il cilindro subisce una leggera deformazione, | ||
+ | Effettuando uno zoom sulla sezione frontale **(fig. f)** è possibile mettere in risalto un **flusso laterale** di materiale che non interessa ai fini dello studio della deformazione piana, particolare importanza ricopre invece il **flusso assiale** essendo un effetto diretto della deformazione lungo z $\epsilon_z$. | ||
+ | Considerando solo metà cilindro e immaginando di suddividere la sezione trasversale in tanti piccoli rettangoli, si avrà che ogni rettangolo subirà un allungamento lungo z che si sommerà nelle varie sezioni successive **(fig. g)**. In base a questa valutazione puramente fisica, si capisce come per un cilindro infinitamente lungo verrà a crearsi un baffo molto lungo. | ||
+ | Ma a rigor di logica ci aspettiamo che nella realtà il baffo abbia dimensioni molto contenute. | ||
+ | Allora giungiamo alla conclusione che le zone con comportamento rigido tendono a bloccare il flusso assiale per gran parte del corpo, per quanto detto allora possono essere considerate in **__deformazione piana__**, e le uniche sezioni che presentano un flusso assiale sono quelle più vicine alle estremità **(fig. i)**. | ||
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+ | __Vediamo il seguente altro esempio di Deformazione piana__ | ||
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+ | {{ : | ||
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+ | Nello schema sopra riportato sono presenti due rulli molto lunghi formati da materiale metallico ricoperti da uno strato elastomerico che supponiamo di schiacciare. | ||
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+ | La parte centrale è in metallo di conseguenza possiamo considerarla infinitamente più rigida della gomma e pertanto indeformabile; | ||
+ | |||
+ | In realtà il materiale non è completamente in deformazioni piana perché essendo le facce estremali a contatto con aria, esse hanno una $\sigma_z$=0 pertanto in tensione piana; quindi avremo una piccola porzione di materiale vicino alle facce che si troverà in una zona di transizione di cui non ne conosciamo esattamente l' | ||
+ | |||
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+ | __Nucleo del dente di una ruota dentata__ | ||
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+ | {{: | ||
+ | {{: | ||
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+ | Finora abbiamo analizzato casi Hertziani, ora invece studieremo un caso in cui non valgono le ipotesi del contatto Hertziano. Questo modello didattico rappresenta il nucleo del dente di una ruota dentata. Ha un punto di grande | ||
+ | |||
+ | {{: | ||
+ | {{: | ||
+ | |||
+ | Caricando il nostro dente notiamo che le fibre tese si trovano nella parte superiore mentre le fibre compresse si trovano nella parte inferiore. La parte complessa dello studio della deformazione di questo modello sta nel fatto che si generano delle tensioni secondarie dovute all' | ||
+ | Il mio modello non è in deformazione piana poichè noto che dove sono presenti le fibre tese ho un accorciamento del dente in direzione **x** , dove invece sono presenti le fibre compresse noto un allungamento del modello in direzione **x**. | ||
+ | Se il dente è abbastanza lungo ho un cilindro centrale e due baffi laterali che vanno verso l' | ||
+ | |||
+ | __Guarnizione elastomerica__ | ||
+ | |||
+ | Un altro campo d' | ||
+ | *GIOCO NULLO : cava di sigillo tangente alla guarnizione | ||
+ | *GIOCO NON NULLO: cava di sigillo più larga | ||
+ | |||
+ | {{: | ||
+ | {{: | ||
+ | |||
+ | Nel primo caso la guarnizione è vincolata lateralmente | ||
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+ | {{: | ||
+ | {{: | ||
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+ | Nell' | ||
+ | Per studiare le guarnizioni non esamino i carichi ma studio princiamente le deformazioni. A parità di schiacciamento nei due montaggi (ad esempio il 20%) ho una pressione più alta nel primo montaggio, dunque raggiungo pressioni di contatto più elevate. | ||
+ | Nella figura qui sotto sono rappresentati due oggetti, il primo in tensione piana ed il secondo in deformazione piana. Per averlo in deformazione piane devo avere uno spessore maggiore. Noto che il caso in tensione piana ha una freccia maggiore rispetto al modello in deformazione piana. Se ho meno vincoli aumenta la deformazione. | ||
+ | |||
+ | {{: | ||
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+ | __Cabina dell' | ||
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+ | {{: | ||
+ | {{: | ||
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+ | Un altro esempio è quello della cabina del' | ||
+ | Le zone laterali di un dente dal momento che risultano essere in tensione piana, quindi maggiormente deformabili, | ||
+ | |||
+ | |||
+ | {{ : | ||
+ | |||
+ | Un caso più complicato è lo __spinotto automobilistico soggetto a carico flessione e di ovalizzazione__. Lo spinotto è schiacciato assialmente dalle portate del pistone e lateralmente dal supporto della biella. | ||
+ | In (b) lo spinotto si schiaccia, la parte superiore dell' | ||
+ | Per l' | ||
+ | |||
+ | __Controesempi__ | ||
+ | |||
+ | {{ : | ||
+ | |||
+ | Generalmente le zone in cui i gradienti di tensione sono enormi, sono vicine a zone sottocaricate o sottotensionate considerate rigide. | ||
+ | Il tondino in figura avrebbe la tendenza a restringersi, | ||
+ | |||
+ | Caso (c): a differenza dei casi a e b sopra riportati in cui le lastre non sono in tensione piana a causa di gradienti indotti da intagli, ora il disco è schiacciato con una forza concentrata linearmente, | ||
+ | Quindi per i casi di tensione piana, non è sufficiente specificare che la lastra è in parete sottile, ma bisogna specificare che non ha grandi gradienti tensionali, altrimenti avrei zone che tendono ad ostacolarsi. | ||
+ | |||
+ | {{ : | ||
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+ | In egual modo, esistono corpi infinitamente lunghi che non sono in deformazione piana. | ||
+ | caso (c): un quadrato di gomma schiacciato fra due piani rigidi __senza attrito__. Nel momento in cui il corpo è compresso, tende ad allungarsi all' | ||
+ | |||
+ | caso (a): Tubo soggetto a pressione interna libero di dilatarsi assialmente come nel caso in cui avesse i soffietti. Il tubo tende ad allungarsi e quindi a deformasi assialemente, | ||
+ | Quindi un tubo, anche molto lungo, può essere come in questo caso in TENSIONE PIANA. | ||
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+ | caso b: trave in grosso spessore sia in direzione x sia in direzione z. Si genera nel corpo uno stato tensionale uniforme monodimensione in direzione y e quindi non avvengono ingobbamenti delle sezioni. Il corpo risulta in tensione piana sia in direzione x sia in direzione z. Siccome i piani perpendicolari alla direzione z traslano senza ingobbarsi, per tutti i punti del corpo si ha epsilonz=cost, | ||
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+ | {{ : | ||
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+ | Caso di due lastre metalliche con distanziale isolante di polistirolo espanso soggetto a flessione. Le tensioni nell' | ||
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+ | ====== Teorema di Michell ====== | ||
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+ | Il teorema di Michell permette di capire in quali casi piani le tensioni sono indipendenti da E e $\nu$ | ||
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+ | a) __Corpo senza fori__: | ||
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+ | Le uniche condizioni al contorno presenti sono sulle $\sigma$ perciò non avendo fori ne condizioni al contorno sugli spostamenti ricade perfettamente nel teorema di Michell cioè le tensioni sono indipendenti da E e $\nu$. Ciò vuole dire che se dovessi studiare il caso con la FEM ed imporre E=10 Mpa oppure E=10000 Mpa il risultato ottenuto sarebbe lo stesso. | ||
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+ | b) __Corpo con foro autoequilibrato__: | ||
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+ | Condizioni al contorno sulle tensioni ma non sigli spostamenti. | ||
+ | Pur avendo fori ma con carico autoequilibrato vale il teorema di Michell. Infatti possiamo prendere come esempio i tubi pressurizzati, | ||
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+ | c) __Albero-mozzo__: | ||
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+ | Condizioni al contorno sugli spostamenti perché ho un accoppiamento con interferenza cioè albero compresso e mozzo in trazione. | ||
+ | Perciò il teorema di Michell NON vale in questo caso dato che ho condizioni sugli spostamenti. | ||
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+ | d) __Dente di ingranaggio incastrato__: | ||
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+ | In questo caso parte delle condizioni al contorno sono sugli spostamenti perciò Michell NON vale. | ||
+ | In realtà se volessi calcolare le tensioni nella zona raccordata usando Michell, questo sarà comunque in grado di darmi risultati molto buoni e simili alla realtà perché sono lontano dalla zona vincolata dove sono state imposte le condizioni sugli spostamenti. | ||
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+ | e) __Piede di biella__: | ||
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+ | Carico non autoequilibrato con foro. Michele NON vale. | ||
+ | Ciò vuol dire che se dovessi cambiare E oppure $\nu$ cambierebbero le $\sigma\ | ||
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+ | f) __Mola rotante__: | ||
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+ | Michell NON vale per carichi inerziali come in questo caso. | ||
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+ | g) __Contatto brugola-maschio/ | ||
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+ | Condizioni al contorno solo sulle tensioni e non sugli spostamenti. | ||
+ | Possiamo notare la presenza di una pressione triangolare su ogni lato che si estingue a metà lato. | ||
+ | Il foro non è autoequilibrato però in base al teorema di Michell se la risultante del foro è una coppia pura, allora il teorema vale; perciò in questo caso è confermata la validità del teorema di Michell. | ||
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+ | **Concludendo possiamo affermare che il teorema di Michell è applicabile se la struttura non ha fori, oppure se li ha, il carico deve essere bilanciato o deve essere una coppia pura; inoltre le condizioni al contorno devono essere sulle tensioni e non sugli spostamenti. In questi casi il calcolo delle tensioni e indipendente dai valori assunti da E e $\nu$.** |